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MangioConsapevolmente.it

il blog salutare per chi ama mangiare un po' di tutto

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Alimenti

Quanta acqua bere al giorno?

aprile 9, 2018 by rino leo Leave a Comment

Quanta acqua bere al giorno?

Quando ci si chiede quanta acqua sia necessario bere al giorno, la risposta che si riceve immediatamente è, solitamente, “8 bicchieri” o “2 litri”.

D’altronde, questo si tratta del consiglio che ci viene dato dal proprio medico. Per questo motivo, non si tratta di una risposta scorretta, ma non universale.

1) QUANTO E’ IMPORTANTE BERE L’ACQUA

Nel nostro organismo l’acqua riveste un ruolo primario:

  • viene impiegata in tutti i processi fisiologici e nelle reazioni chimiche che avvengono nel nostro organismo;
  • Aiuta ad eliminare le sostanze di scarto;
  • Favorisce lo sviluppo muscolare;
  • Consente la lubrificazione delle articolazioni;
  • Mantiene idratata la pelle;
  • Stimola il metabolismo.

Pertanto, è necessario ottenere sempre una corretta idratazione.

Però, definire la quantità giornaliera da assumere non è semplice, dato che non esiste una regola generale.

Per stabilire quanta acqua bere devi, dunque, prendere in considerazione una varietà di fattori soggettivi, quali l’età, il peso, lo stile di vita, la presenza di eventuali patologie o particolari condizioni, il clima e il fatto che pratichi o meno attività fisica.

2) E’ IMPORTANTE BERE TRA 6 E 10 BICCHIERI DI ACQUA AL GIORNO.

Possiamo, quindi, dire che la quantità media di acqua da assumere al giorno sia compresa tra i 1200 ml, corrispondenti a 6 bicchieri, e i 2000 ml, ovvero 10 bicchieri.

Tuttavia, questo consumo deve aumentare se:

  • pratichi dell’attività sportiva;
  • in caso di stati febbrili, vomito o diarrea;
  • Abiti in un luogo caratterizzato dal clima particolarmente caldo o ci si trova ad altitudini superiori ai 2500 metri;
  • durante la gravidanza e l’allattamento.

Si tratta, infatti, di situazioni in cui si subisce un incremento di sudorazione ed una perdita maggiore di liquidi.

COME FARE A BERE PIU’ ACQUA NELLA NOSTRA VITA FRENETICA?

Nella vita di tutti i giorni, spesso, a causa della frenesia e dei vari impegni, risulta difficile bere le giuste quantità di acqua.

A tal riguardo, esistono diversi consigli che puoi prendere in considerazione, in modo da rimanere sempre correttamente idratato.

Innanzitutto, se lavori in ufficio, è assolutamente necessario che ti porti una bottiglia di acqua, che dovrai appoggiare sulla scrivania.

Se, invece, sei un agente di commercio o giri sempre in macchina, tieni una bottiglia all’interno della vettura. In questo modo, ti ricorderai di prestare attenzione alla quantità di acqua consumata, avendo cura di terminare la bottiglietta a fine giornata.

Alla mattina, invece, è importante berne un bicchiere appena ti svegli. Infatti secondo l’associazione italiana biologi nutrizionisti l’acqua la mattina bevuta a stomaco vuoto favorisce l’eliminazione di tossine (1).

Allo stesso modo, dovrai fare poco prima di addormentarti.

L’assunzione di acqua in questi momenti della giornata serve, infatti, a stimolare il metabolismo e a consentire l’idratazione, anche mentre si dorme.

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Verdure surgelate: Valida alternativa alle verdure fresche?

gennaio 29, 2018 by rino leo Leave a Comment

Verdure surgelate: Valida alternativa alle verdure fresche?

Ormai è diventato un mantra: “In una dieta sana ed equilibrata bisogna assumere 5 porzioni di frutta e verdura al giorno”.  Ma le verdure surgelate possono aiutarci in questa impresa?

La risposta è si grazie a questo articolo potrai cucinare più velocemente e con più relax.

Infatti fammi indovinare:

Scommetto che sei sempre di corsa tutto il giorno tra lavoro e famiglia ed hai poco tempo per cucinare e fare la spesa.

Su come risparmiare tempo con la spesa clicca qui.

Per il resto continua a leggere questo articolo per coniugare un’alimentazione sana e nutriente con uno stile di vita frenetico.

Pronti? Si comincia!

coppia sceglie le verdure surgelate al supermercato

Ti presento Paolo e Francesca:

Paolo e Francesca sono sposati da tre anni e dedicano il sabato mattina alla spesa alimentare.

Francesca si reca sicura tra i bancali di frutta e verdura fresca e seleziona con cura i prodotti che le sembrano più freschi e profumati. Compra solo prodotti freschi, il banco sei surgelati non lo vuole neanche guardare.

Paolo invece oltre a comprare la verdura fresca non disdegna qualche confezione di surgelati.

Entrambi si trovano di fronte al banco dei surgelati ed hanno un colorato dibattito:

Per Paolo un po’ di surgelati sono un bell’aiuto in cucina mentre Francesca non ne vuole sapere!

Aiutiamo Paolo a dimostrare che le verdure surgelate sono una bella alternativa alle verdure fresche?

In realtà le verdure surgelate sono anche molto più salutari di quanto stai pensando.

Però attenzione:

Adesso non voglio dirti che dovrai mangiare solo verdure surgelate, variare la propria alimentazione resta un obbligo ma perché non approfittarne? 🙂

 

1) VERDURA FRESCA AL SUPERMERCATO:ragazzo fa la spesa con verdure fresche e surgelate

La verdura impiega dai 2 giorni ad una settimana prima di arrivare in negozio.

E poi considera un’altra cosa: non tutta la verdura che compri al supermercato o al fruttivendolo la consumi in una giornata.

Dall’acquisto al consumo passerrano altri giorni e questo cosa significa? Altra perdita di nutrienti!

Degli studi hanno evidenziato ad esempio delle perdite di nutrienti per i cavolfiori del 25%, per i piselli del 15% e addirittura per i fagiolini una perdita fino al 45% (1).

Infatti già dopo poche ore dalla raccolta frutta e verdura iniziano a disidratarsi e a diminuire così il loro apporto nutrizionale.

Nel caso della vitamina C ad esempio già dopo poche ore dalla raccolta inizia a diminuire come per i piselli che in sole 24-48 ore vedono una riduzione fino al 51% di questa preziosa vitamina. (2).

Tuttavia per la vitamina C non preoccuparti, noi la vitamina C la assumiamo con la frutta.

Non dimenticare infatti che per avere un’alimentazione salutare devi mangiare tre porzioni di frutta al giorno (200 grammi a porzione) e due di verdura.

 

2) CARATTERISTICHE DELLA VERDURA SURGELATAspinaci surgelati

Gli ortaggi destinati al surgelamento vengono in genere raccolti nel momento massimo di maturazione, ovvero quando sono ricchi di nutrienti.

Dopo essere stati raccolti vengono lavati, tagliati, scottati, surgelati e confezionati.

A volte viene aggiunto un antiossidante naturale come l’acido ascorbico (vitamina C) per migliorarne la conservazione.

Questa lavorazione avviene in un arco temporale di poche ore.

2A) MA PERCHE’ ALCUNE VERDURE SURGELATE SONO MENO SAPORITE E PIU’ FLOSCE DI QUELLE FRESCHE?

Per buona parte questa caratteristica è determinata semplicemente dalla scottatura (termine tecnico blanching) che prevede una brevissima immersione dei vegetali in acqua bollente.

Questa pratica viene fatta per eliminare batteri nocivi e a fermare l’attività degli enzimi causa dell’alterazione del sapore dell’alimento.

Tuttavia il processo di blanching può causare anche la diminuzione di vitamine del gruppo B e della vitamina C.

Ma come ho scritto anche prima, a noi della vitamina C nelle verdure ce ne frega poco.

La vitamina C devi assumerla prevalentemente con la frutta (3 porzioni al giorno).

La vitamina C è sensibile alle alte temperature. Una volta che la verdura viene cotta la vitamina C svanisce quasi del tutto anche per i piselli freschi.

 

2B) NEL CONGELATORE DI CASA VI E’ UNA PERDITA DI NUTRIENTI?

Solo nella fase del blanching avviene la perdita di alcuni nutrienti, mentre in fase di conservazione corretta a -18°/20° il prodotto non subisce nessun tipo di deterioramento (3).

E’ bene però tener presente che i prodotti surgelati non sono eterni, per questo devi controllare la data di scadenza sulla confezione.

 

3) COME CUCINARE LE VERDURE SURGELATE?

bruschetta con melanzane e zucchine surgelate

E’ importante avere bene a mente le buone pratiche alimentari per le verdure surgelate.

Il modo migliore per cucinarle è versarle ancora surgelate in acqua bollente o in una padella già calda;

Se invece devi scongelare le verdure hai due alternative:

1) Gradualmente dentro il frigo (quindi dovrai ricordati di fare questa operazione il giorno prima o la mattina per sera),

2) Nel forno a microonde impostando l’apposito programma “defrost”.

Non devi scongelare gli alimenti a temperatura ambiente perché questa operazione favorisce la proliferazione batterica.

Questa è anche la risposta ad una domanda su un quiz intitolato: sai mangiare meglio della media degli italiani?

Gli ortaggi una volta scongelati devono essere consumati entro 24 ore e non possono essere nuovamente surgelati.

Esiste infatti il rischio che in fase di scongelamento sia avvenuta una contaminazione batterica che non può essere debellata dalle basse temperature del congelatore.

Se invece i surgelati li cuoci, allora potrai nuovamente congelarli.

3A) LE VERDURE SURGELATE DAL SUPERMERCATO A CASA:

Ricordati di mettere le verdure nella apposita busta dedicata ai surgelati e poi di andare a casa nell’arco di 30 minuti.

Questa pratica è molto importante per non interrompere la catena del freddo e non permettere ai batteri cattivi di attaccare le tue belle verdurine surgelate.

 

4) UNA RICETTA CON I CARCIOFI SURGELATIcarciofi surgelati con la pasta

Cucinare le verdure surgelate può essere davvero semplice.

Guarda ad esempio questa ricetta con i tortiglioni ed i carciofi surgelati:

Ti basta:

  1. Mettere l’acqua a bollire;
  2. Nel frattempo in una padella fai un soffritto con la cipolla;
  3. Aggiungi i carciofi e continua la cottura;
  4. Quando l’acqua bolle aggiungi la pasta;
  5. A cottura ultimata della pasta, aggiungila nella padella con i carciofi, mescola per far insaporire la pasta e servi a tavola!

5) VERDURE SURGELATE E PORTAFOGLI

Mentre alcune verdure surgelate hanno dei prezzi più elevati rispetto a quelle fresche, per altre è più economico acquistare il surgelato che il fresco.

E’ il caso dei piselli.

I piselli hanno motlo scarto e la parte edibile ovvero la parte commestibile è solo del 31% (4).

Di conseguenza, se acquisti 1kg di piselli freschi al mercato al prezzo super conveniente di 1€, al chilo la quantità di piselli che potrai servire in tavola è solo di circa 300g!

Acquistando invece 1kg dello stesso legume surgelato ogni centesimo speso si converte in cibo “reale”.

Puoi verificare tu stesso come alcuni prodotti surgelati siano più economici dei corrispettivi freschi anche nel tuo supermercato di fiducia cliccando su supermercato24.it

Anche i carciofi hanno un’elevato scarto, pari al 34% però il prezzo è leggermente superiore a quelli freschi. Vuoi mettere però il fatto di averli già belli puliti e pronti per la cottura?

 

6) RICAPITOLANDO

Le verdure surgelate sono assolutamente equiparabili a quelle fresche.

Se non hai a disposizione un piccolo orto personale o non puoi passare tutti i giorni dal contadino di fiducia, e se hai poco tempo a disposizione la verdura surgelata è un’ottima alternativa.

In più la verdura surgelata oltre a contenere un apporto quasi simile di nutrienti rispetto a quella fresca ha anche altri vantaggi:

  1. E’ pratica e ti permette di avere un maggiore assortimento alimentare a portata di mano;
  2. Per alcune verdure può essere più conveniente;
  3. Ti fa risparmiare un sacco di tempo perché la verdura surgelata è già pulita e pronta da cuocere.

Però ovviamente ricorda che i surgelati sono devono essere inseriti all’interno di una dieta variegata, ricca quindi anche di tanta frutta e verdura fresca come l’insalata, i pomodori ecc…

Ora che hai capito i vantaggi di acquistare ortaggi surgelati è arrivato il momento di mettersi ai fornelli!

E se vuoi tante idee su come cucinare più velocemente ti consiglio di leggere il mio articolo sulle ricette veloci ricco anche di molte idee per cucinare le verdure surgelate.

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Il biscotto della discordia inganni biologici e paure convenzionali

febbraio 27, 2017 by rino leo 6 Comments

Il biscotto della discordia inganni biologici e paure convenzionali

I biscotti biologici sono migliori di quelli convenzionali? Quanti biscotti mangiare al giorno?

A queste domande risponderà il dott. Gabriele Bernardini.

E’ un biologo nutrizionista, lontano dai riflettori del marketing e possiede competenze eccellenti nel campo dell’alimentazione!

Lo trovi sul suo blog e nel gruppo facebook: “nutrizione e sana alimentazione” che ti consiglio assolutamente di andare a visitare.

Buona lettura!

Disclaimer: in questo articolo cito due marchi alimentari. Sono un pretesto per esemplificare dei concetti. Voglio solo far vedere che non mi invento nulla, che è tutto verificabile. Non mi paga nessuno, né per parlare bene di un marchio, né per parlarne male.

La mamma di Giorgio è attenta alla salute del suo bambino e compra solo prodotti selezionati, sani e genuini. Per questo motivo i biscotti che Giorgio mangia ogni giorno sono biologici, integrali, senza uova, con solo olio extravergine di oliva aggiunto e fatti con farine derivanti da grano coltivato in Italia.

La signora si rifiuta di comperare biscotti generalisti e si fida solo di marchi di nicchia, come Alce Nero.

La mamma di Mattia invece acquista dei banali biscotti del Mulino Bianco, per carità sono anch’essi integrali e senza olio di palma, ma non sono biologici, negli ingredienti compaiono le uova, non contengono olio di oliva e l’origine delle farine è sconosciuta.

Un giorno, all’uscita della scuola, le due mamme hanno un’accesa discussione: la mamma di Giorgio è assolutamente convinta che i suoi biscotti siano più sani. La mamma di Mattia non è della stessa opinione.

Il caso vuole che, proprio in quel momento, passi di lì un famoso nutrizionista a cui le signore chiedono di risolvere il dilemma: quale dei due tipi di biscotti e più sano?

Il nutrizionista (famoso) si mette immediatamente al lavoro ed ecco quel che ne è venuto fuori…

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CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI ED ETICHETTATURA

Le confezioni sono simili. Entrambe da 350g. Anche le tipologie dei biscotti sono paragonabili: sono frollini integrali apparentemente di medesima pezzatura, anche se questo non è verificabile a prima vista. I biscotti biologici infatti non indicano il peso del singolo pezzo, mentre gli altri si.

Questo non è un fatto secondario: non si mangiano i biscotti a peso, ma a pezzi e conoscere le caratteristiche nutrizionali ed energetiche del singolo biscotto è fondamentale per regolarsi su quanti mangiarne per non abusarne.

Ma veniamo alla comparazione delle tabelle nutrizionali:

biscotto biologico e biscotto normale

Da questo punto di vista sembra quasi lo stesso biscotto. Le differenze sono veramente minime. La maggiore riguarda la fibra: i biscotti del Mulino Bianco ne sono un pochino più ricchi.

Calorie, contenuto di zuccheri e grassi saturi sono sovrapponibili. Se vogliamo proprio fare i pignoli i frollini Alce Nero hanno un pochino più di grassi saturi….che strano vero, pur essendoci solamente il sanissimo olio di oliva i saturi sono di più, ma questo non stupisce affatto: l’olio di oliva, come tutti gli oli, è una miscela di grassi, fra cui compaiono anche i saturi (circa un 15%).

Come dicevo, non sappiamo quanto pesi un biscotto Alce Nero ma ho ipotizzato che sia identico a uno del Mulino Bianco (8g) e ho rifatto i calcoli per avere un’idea delle differenze tra singoli pezzi. Viste così le differenze sono davvero ridicole.

comparazione biscotti integrali e normali

In conclusione, dal punto di vista nutrizionale i due marchi sono assolutamente sovrapponibili e la differenza salutistica la fa solo la quantità di biscotti che si mangia e l’equilibrio della dieta in generale. Come sempre, è la somma che fa il totale.

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INGREDIENTI

Qui si scoprono cose interessanti.

Lasciamo da parte per un momento il discorso “biologico” e concentriamoci sul semplice elenco degli ingredienti:

1) Farina integrale di frumento

E’ la base della preparazione ed entrambi i prodotti la contengono grosso modo nelle stesse quantità. Ovviamente non è vera farina integrale, ma farina bianca + crusca.

Nulla di male: esigenze economiche e di conservazione non permettono di utilizzare una farina derivante dalla molitura del chicco intero (che comprende anche il germe di grano), ma ci interessa poco: i biscotti sono un alimento edonistico e voluttuario, devono essere consumati in piccole quantità, non sono e non possono essere la fonte di nutrienti che dovremmo invece ricercare in altri cibi che consumiamo in porzioni maggiori (per esempio il pane integrale).

Dal punto di vista nutrizionale la base dei due biscotti è quindi identica.

2) I grassi

I grassi utilizzati sono olio extravergine di oliva per Alce Nero e olio di semi di girasole per il Mulino Bianco.

Entrambi, dal punto di vista tecnologico, non certo i migliori grassi per fare un frollino, che avrebbe bisogno di una quota maggiore di acidi grassi saturi (come quelli derivanti dal burro o da oli vegetali come il palma) per avere una fragranza e una struttura migliori.

Ma tant’è: il burro è molto costoso e avversato da una parte del mercato che non mangia prodotti di origine animale per motivi etici o pseudo-salutisti e l’olio di palma è oggetto di critiche (tutte italiane) che lo hanno portato alla sua eliminazione dal mercato senza motivi scientificamente plausibili (ma questa è un’altra storia).

Alce Nero sceglie di mettere olio extravergine di oliva: la scelta è basata solo su motivi di marketing.

Non c’è nulla che non vada nell’olio di girasole (che anzi costa meno) e l’assenza di differenze è dimostrata dall’esame dei grassi nell’etichetta nutrizionali: sono gli stessi e anzi i grassi saturi sono leggermente maggiori nei biscotti biologici a riprova del fatto che anche le olive e i loro oli li contengono eccome.

Mi soffermo su un dettaglio importante: i grassi saturi, che provengano dall’olio di oliva, dal grasso di palma o dal burro sono identici fra loro, cioè sono composti dagli stessi atomi di carbonio, idrogeno e ossigeno disposti in una particolare forma nello spazio.

Non esiste un marchio stampato sugli atomi che vengono dalle olive che dice: “questi atomi di carbonio sono più belli e più sani”. L’uso dell’olio EVO nei biscotti Alce Nero è un puro strumento per vendere e non porta valore aggiunto per la nostra salute in questo contesto. L’etichetta parla chiaro.

3) Gli zuccheri

Qui viene la parte più divertente o più vergognosa (dipende dai punti vista).

Per rendere dolci i nostri biscotti (e per fornir loro alcune caratteristiche di aspetto e consistenza apprezzate dal consumatore) ci vogliono zuccheri semplici.

Questi zuccheri possono avere varie origini e composizioni leggermente diverse, ma nutrizionalmente parlando le loro caratteristiche e il loro impatto sulla nostra salute sono identici: l’abuso fa male (questa regola vale per tutti i cibi per quanto ancora non entri nella testa della gente e di molti nutrizionisti che ancora dividono gli alimenti in buoni e cattivi).

Abusare di biscotti fa male, ma lo zucchero ci vuole in un biscotto altrimenti che biscotto è?

Abbiamo già visto che la quantità di zucchero nei due prodotti è sovrapponibile, ma in etichetta hanno nomi diversi: Mulino Bianco li chiama “zucchero”, “zucchero di canna”, “miele” e “estratto di malto d’orzo”. Alce Nero, “zucchero di canna” e “sciroppo di riso”.

I nomi sono importanti: nell’immaginario collettivo lo zucchero di canna è “giusto” e lo sciroppo di riso (per di più biologico) evoca qualcosa di molto naturale.

La semplice parola “zucchero” invece fa subito venire in mente qualcosa di raffinato, bianco e quindi cattivo, uno dei veleni dei nostri tempi.

Anche la parola “estratto” non suona bene, fa pensare a macchinari misteriosi e a sostanze velenose usate per “raffinare” il malto d’orzo.

Niente di tutto ciò ovviamente, gli zuccheri sono zuccheri anche se hanno nomi diversi. Lo zucchero di canna per esempio non è più ricco di micronutrienti come ci vorrebbero far credere.

4) Agenti lievitanti

Gli agenti lievitanti sono identici in entrambi i biscotti e, ve lo dico, sono CHIMICI. Non per questo sono dannosi.

5) Il sale

Il sale è un ingrediente che non evoca problemi nei consumatori che si preoccupano non ci sia l’olio di palma, ma non pensano che nella nostra dieta introduciamo palettate di cloruro di sodio che proviene anche da prodotti insospettabili come i dolci.

Il sale è chiamato anche killer silenzioso ed è uno dei motivi per cui non dovremmo abusare di prodotti da forno. Di qualunque marca.

6) Cosa Rimane?

Un po’ di amido di frumento di qua (usato per migliorare la palatabilità), un po’ latte e uova di là. Alce Nero si vanta che non ci siano uova nei suoi biscotti. Non se ne comprende il motivo: la nonna li usava quando faceva i dolci in casa. Perché dovrebbe essere un valore aggiunto la loro mancanza?

7) I contaminanti di processo.

Sono quelle sostanze che vengono prodotte durante i processi di trasformazione degli alimenti.

Nei prodotti da forno sono di due tipologie: le sostanze come la acrilammide che si genera quando gli zuccheri vengono portati ad elevate temperature in presenza di proteine (sono quei composti che danno il caratteristico e invitante colore bruno a molti prodotti) e i prodotti di ossidazione lipidica derivanti dai grassi anch’essi sottoposti a temperature elevate.

I nostri biscotti sono paragonabili anche in questo aspetto. Entrambi cioè possiedono tracce di questi composti che, ad alte concentrazioni possono essere dannosi. Altro motivo per cui è bene non abusare di questi cibi, di qualunque marca siano.

 .

IL BIOLOGICO E’ PIÙ SANO? 

Distinguiamo due aspetti:

  1. Qualità nutrizionale

  2. Sicurezza

Per quanto concerne il punto 1 la risposta è abbastanza semplice: non esiste nessuna differenza nutrizionale significativa tra prodotti biologici e convenzionali. In altre parole, il grano biologico non è più nutriente, non contiene più micronutrienti/antiossidanti rispetto al grano coltivato nel modo tradizionale. Gli studi sono chiari.

Punto 2: sia i prodotti convenzionali che quelli bio sono SICURI e non pongono rischi rilevanti per la salute del consumatore.

E’ vero che i prodotti biologici presentano meno residui di pesticidi, ma questo non significa che ne siano privi come la maggioranza delle persone crede.

I produttori biologici possono tranquillamente usare (e li usano) pesticidi non di sintesi. E la qualità del loro prodotto finito, quello che noi mangiamo, deve comunque essere sottoposta ai rigidi controlli che devono subire anche gli alimenti convenzionali.

La certificazione di un prodotto bio garantisce che il processo di produzione sia controllato, ma nulla dice riguardo al prodotto finale che in alcuni casi può essere contaminato.

Qui sotto potete vedere i risultati comparativi tra prodotti bio e convenzionali per l’anno 2014 nella Unione Europea:

biscotti biologici e convenzionali, dati a confronto

Guardate l’ultima riga che mette insieme tutti i risultati. Il 45,3% dei prodotti convenzionali presenta traccia di residui SOTTO i limiti di legge e il 3% supera i limiti.

Per il biologico i numeri scendono a un 12,4% per la presenza di residui sotto i limiti e 1,2% sopra.

(Dalla tabella non lo si evince direttamente ma ricordo che questo sta a significare che il 51,7% dei campioni convenzionali NON presenta residui evidenziabili contro un 86,4% del biologico).

Perciò i pesticidi sono anche nel biologico e hanno nomi “chimici”:

pesticidi nel biologico

Ma questo cosa significa? Che anche il biologico non è sicuro? Assolutamente no! Significa che sono sicuri entrambi.

Anche quei pochissimi prodotti che superano i valori di legge (LMR) non pongono alcun problema di salute pubblica come confermato dall’Efsa, l’ente europeo per la sicurezza alimentare.

Perché?

È difficile sintetizzarlo in due parole, ma fondamentalmente anche quando si trova un residuo sul cibo (anche oltre i limiti di legge e come abbiamo visto sono ben pochi) questo rappresenta una stima al ribasso di una piccola frazione di una quantità che è la centesima (o addirittura millesima) parte di un’altra quantità che è stata calcolata in modo tale da NON produrre più nessun effetto visibile sugli animali da laboratorio!!

In pratica per ogni pesticida esaminato si cerca una dose che non produce nessun effetto negli animali da laboratorio (NOEL), la si divide per 100 (o 1000) per introdurre un ulteriore fattore di sicurezza (dato che noi non siamo topi) e si arriva così a calcolare l’ADI (Dose giornaliera accettabile) cioè quella quantità di sostanza che potremmo ingerire ogni giorno per tutta la vita senza avere problemi.

Poi si stima (partendo dai consumi medi dei cibi nelle varie diete e secondo altri fattori) quanto cibo (che potrebbe contenere quel dato pesticida) noi ci portiamo a casa con la spesa arrivando a calcolare l’EDI (Ingestione giornaliera stimata).

Una volta in possesso di questo valore si controlla che sia solo una piccola frazione dell’ADI (di solito è 10-100 volte più basso dell’ADI) e a questo punto lo si confronta con i residui che si trovano effettivamente sui prodotti (tramite analisi in campo).

Solo quando questi residui trovati sono inferiori all’EDI allora possono essere dichiarati come massimi limiti di legge (LMR).

Non è finita qui, perché ancora non abbiamo considerato che noi laviamo, puliamo o cuociamo la verdura o la frutta abbattendo ulteriormente quel nulla che forse era presente sugli alimenti.

E’ stato calcolato che, in capo a un anno, noi possiamo al massimo introdurre 100mg di residui. Due boccate di sigaretta superano in un secondo tale quantità!

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L’ORIGINE DEL GRANO

Un’altro motivo di vanto per i biscotti di Alce Nero è quello di utilizzare solo farine derivanti da grano italiano. Come se corressimo italiano rischio di essere avvelenati da grani stranieri.

Ovviamente non è così. I prodotti che entrano in Italia sono sottoposti agli stessi controlli che subisce qualunque altro prodotto o sostanza di origine italiana o comunitaria.

C’è da dire che sarebbe molto bello che l’italia riuscisse da sola a sostenere la domanda di grano, ma purtroppo non è così, noi ne importiamo un cospicua quantità da altri paesi e a questo punto dovremmo ringraziarli anziché criticarli perché senza il loro “aiuto” non potremmo permetterci il nostro piatto di pasta quotidiano a basso costo e neppure i nostri biscotti per la colazione.

Perciò il “biscotto italiano” è un prodotto per pochi, anche perché costa. Lo paghiamo di più (circa il doppio nel nostro esempio!) perché è biologico e perché è italiano, ma non abbiamo nessun vantaggio né salutistico né di maggiore sicurezza.

.

CONCLUSIONI

Se volete mangiare biscotti biologici, italiani, con olio extravergine di oliva, fatelo, ma non illudetevi di averne benefici per la vostra salute. Scegliete per il vostro gusto e basta.

I prodotti da forno per la prima colazione sono grosso modo uguali per caratteristiche nutrizionali.

Per la salute, il biscotto più sano è quello che NON si mangia. Imparate a limitare i dolci nella vostra dieta.

La porzione media per una alimentazione di circa 2000Kcal giornaliere è pari a 30-40g corrispondente a 4-5 biscotti come quelli presi in considerazione qui. Va benissimo preferire i prodotti integrali. A colazione aggiungete una porzione di latte o yogurt e magari un frutto oppure qualche mandorla o nocciola e sarete a posto. Poi però basta dolci nella giornata.

Perché il vero rischio per la vostra salute lo correte quando ingrassate e i dolci, essendo molto appetibili e calorici, inducono l’abuso e il conseguente possibile aumento di peso. Che siano biologici o meno.

Ah! non vi ho detto una cosa: Giorgio è sovrappeso e sedentario, a colazione di biscotti ne mangia 10 e poi si fa accompagnare a scuola in macchina. Mattia è normopeso e molto attivo, a colazione mangia i suoi 4 biscotti e poi va a scuola a piedi.

Qual è il biscotto più sano? 😉

Per ulteriori informazioni visita il gruppo facebook.

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Come riconoscere le alici fresche (e quelle vecchie).

gennaio 25, 2017 by rino leo Leave a Comment

Come riconoscere le alici fresche (e quelle vecchie).

Molti siti o siti si limitano ad illustrare le caratteristiche del pesce fresco.

Tuttavia a mio modesto avviso è bene conoscere anche le caratteristiche del pesce vecchio, così quando te lo troverai di fronte, potrai riconoscerlo facilmente ed evitare l’acquisto.

 

Per farti riconoscere le caratteristiche del pesce fresco e di quello vecchio:

1) Ho comprato le alici freschissime ed ho scattato una foto.

2) Con questa prelibatezza ho cucinato le alici in portafoglio tranne per un’alice che ho conservato in frigorifero;

3) Ho tenuto le alici in frigo per tre giorni e ogni giorno ho scattato una foto ed ho commentato le differenze.

In questo modo non avrai più dubbi se il pesce è fresco o di qualche giorno:

 

PRIMO GIORNO: ALICI APPENA COMPRATE

Come vedi, l’occhio è bello vispo, il corpo della sardina è lucido e metallico.

Inoltre la carne del pesce è bella soda.

Nel alici freschissime può comunque capitarti di vedere un po’ di rosso nei pressi della testa come nel caso di questa foto perché dipende dal metodo di pesca.

 

SECONDO GIORNO

come riconoscere le alici fresche: alici al secondo giorno

Premetto di aver conservato il pesce in un frigorifero vecchio. Un frigo di nuova generazione avrebbe conservato meglio le alici ma come vedi c’è una differenza enorme tra il pesce appena pescato e quello tenuto in frigo 24 ore.

Il pesce azzurro infatti si deperisce facilmente ed è bene consumarlo freschissimo!

In ogni caso come vedi, gli occhi del pesce sono diventati rossi, la carne ha perso la sua lucentezza e semplicemente guardando la foto puoi notare che la carne ha perso la sua compattezza

 

TERZO GIORNO

alici tenute in frigorifero dopo due giorni

Dopo due giorni in frigo il corpo ha perso lucentezza ed anche gli occhi sono più opachi. vedi la netta differenza degli occhi rispetto al giorno precedente.

 

QUARTO GIORNO

alici tenut in frigorifero dopo tre giorni

Al terzo giorno puoi notare un’ulteriore deperimento della carne, molto meno compatta e la testa che sa di vecchio ancora di più del giorno prima.

Inoltre se potessi toccare il pesce noteresti come la carne è molle al tatto. E questo non va bene.  La carne del pesce deve essere soda.

Adesso riguarda la prima foto e vedi la differenza.

 

PUNTI DI ATTENZIONE

Potresti trovare in vendita le alici già sfilettate. Acquistale solo se il pescivendolo è una persona di fiducia.

Ci sono pescherie infatti che sfilettano le alici vecchie così non ti accorgi che il pesce è diciamo così, stagionato.

E’ stato utile l’articolo?

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Inoltre se ti interessano più informazioni sulle alici e vuoi vedere qualche ricetta semplice, clicca qui.

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Integratori di magnesio – E’ importante assumerli oppure no? Ecco la verità.

novembre 22, 2016 by rino leo Leave a Comment

Integratori di magnesio – E’ importante assumerli oppure no? Ecco la verità.

E’ una giusta scelta assumere gli integratori di magnesio? O in alternativa, quali sono i cibi che contengono magnesio?

Mi spiego meglio…

Ieri sera Anna mi ha mandato la foto di una bella birra artigianale. Voleva un parare su quest’ultima.

La birra era poggiata sul piano della sua cucina e dietro questa deliziosa bevanda è saltato ai miei occhi un integratore di magnesio.

Mi ha detto che l’integratore lo da al figlio, Marco di 11 anni.

A questo punto mi è scattata una domanda: è necessario che Marco prenda questo integratore oppure il magnesio può essere assunto in quantità sufficienti con l’alimentazione?

Se non hai tempo da perdere e vuoi subito la risposta, eccola:

Con un’alimentazione variegata come la nostra dieta mediterranea, non c’è bisogno di nessun integratore di magnesio.

Se ti interessa approfondire e capire dove è contenuto il magnesio, continua a leggere.

 

1) A COSA SERVE IL MAGNESIO?

Ecco alcuni benefici evidenziati da uno dei siti di nutrizione più importanti al mondo, authority nutrition: (1)

1) Il magnesio migliora le tue prestazioni fisiche;

2) Combatte la depressione;

3) E’ efficace contro il diabete di tipo 2

4) Contribuisce ad abbassare la pressione sanguigna;

5) Il magnesio ha effetti antinfiammatori;

6) Il magnesio può aiutare a prevenire l’emicrania;

7) Il magnesio migliora i sintomi della sindrome premestruale;

 

QUALI SONO I SINTOMI DI CARENZA DA MAGNESIO

  • Nausea;
  • Debolezza;
  • Crampi muscolari;
  • Tremori;
  • Ansia;
  • Alta pressione sanguigna;
  • Problemi respiratori;
  • Vertigini;
  • Fatica;
  • Difficoltà a deglutire;
  • Scarsa memoria;
  • Confusione; (2)

 .

2) QUANTO MAGNESIO DOBBIAMO ASSUMERE NELLA NOSTRA DIETA?

Quanto magnesio assumere con la dieta ce lo dice il National Institute of Health degli Stati Uniti d’America (3)

ETA’ MASCHI FEMMINE GRAVIDANZA ALLATTAMENTO
1–3 anni 80 mg 80 mg
4–8 anni 130 mg 130 mg
9–13 anni 240 mg 240 mg
14–18 anni 410 mg 360 mg 400 mg 360 mg
19–30 anni 400 mg 310 mg  350 mg 310 mg
31–50 anni 420 mg 320 mg 360 mg 320 mg
51+ anni 420 mg 320 mg

Come vedi, un bimbo come Marco che ha undici anni, ha bisogno di 240 mg di magnesio al giorno.

Ma come deve fare Marco per assumere questi 240 mg di magnesio?

Lo può fare facilmente con l’alimentazione oppure potrebbero essere necessari degli integratori come nel caso della vitamina D?

La risposta è: Con un’alimentazione variegata non ci dovrebbe essere bisogno di assumere integratori di magnesio!

Adesso ti dimostrerò perché.

 

2) IN QUALI ALIMENTI SI TROVA IL MAGNESIO

L’ideale è assumere il magnesio attraverso l’alimentazione. Questa via è assolutamente semplice perché il magnesio è contenuto in tantissimi alimenti che tra poco scoprirai.

Magnesium mineral nutrition infographic with medical and food icons: diet healthy food and well being concept

 

2a) MAGNESIO NELL’ACQUA

Un’interessante fonte di magnesio può essere proprio l’acqua! Ovviamente c’è acqua e acqua, ci sono acque ricche di questo minerale ed altre scarse.

A proposito dell’acqua c’è un sacco di disinformazione in merito e ti invito a leggere il mio articolo su quale acqua bere.

Esistono infatti marche di acqua minerale la cui quantità di magnesio è davvero scarsa e al tempo stesso ce ne sono altre che superano i 100 mg per litro (metà della quantità giornaliera raccomandata di Marco che ha 11 anni).

Poi ci sono diverse marche che ne contengono oltre i 20 mg (il 10% della quantità giornaliera raccomandata sempre di Marco).

Quindi la prossima volta che andrai al supermercato a comprare l’acqua, ti basterà guardare l’etichetta.

Tuttavia allo stesso tempo è bene che l’acqua abbia un contenuto tra i 50 e i 500 mg per litro, per chiarimenti leggi l’articolo su quale acqua comprare.

 

Ma il bello deve ancora venire!

L’acqua non è la principale fonte di magnesio. La principale fonte è costituita dagli alimenti.

2b) MAGNESIO NEGLI ALIMENTI

Ti riporto i principali alimenti che contengono magnesio, i dati sono forniti dal Crea, il centro di Ricerca per gli alimenti e la nutrizione in Italia, ad oggi è la fonte più attendibile in Italia (4):

Alimento Magnesio (mg/100g p.e.)
1) Crusca di frumento

550

2) Mandorle dolci, secche

264

3) Anacardi

260

4) Germe di frumento [composizione media fra germe di frumento duro e tenero]

255

5) Arachidi, tostate

175

6) Fagioli crudi

170

7) Fagioli -Cannellini secchi crudi

170

8) Fagioli -Borlotti secchi crudi

163

9) Frumento duro

160

10) Miglio decorticato

160

11) Nocciole, secche

160

12) Pistacchi

158

13) Noci, secche

131

14) Ceci secchi crudi

130

15) Noci pecan

121

16) Mais

120

17) Farina di frumento duro

120

18) Macadamia

118

19) Sardine fritte

102

20) Lenticchie secche crude

83

21) Bieta, cotta [in forno a microonde senza aggiunta di acqua e di sale]

80

22) Spinaci, cotti [in forno a microonde senza aggiunta di acqua e di sale]

80

23) Sardine fresche

70

24) Carciofi, cotti [in forno a microonde senza aggiunta di acqua e di sale]

66

25) Grana

63

26) Corvina

61

27) Spinaci crudi

60

28) Bieta, cotta [bollita in acqua distillata senza aggiunta di sale]

52

29) Pasta di semola cruda

51

30) Cocco

46

31) Carciofi crudi

45

32) Cozza o mitilo

44

33) Parmigiano

43

34) Zucchine, scure, cotte [in forno a microonde senza aggiunta di acqua e di sale]

42

35) Pollo, sovracoscio senza pelle, cotto [in forno senza aggiunta di grassi e di sale e scolato dal grasso prodotto con la cottura]

41

36) Provolone

40

37) Pollo, petto, cotto [saltato in padella senza aggiunta di grassi e di sale]

40

38) Pecorino

40

39) Tacchino, fesa, cotta [saltata in padella senza aggiunta di grassi e di sale]

39

40) Polpo

39

41) Gamberi, freschi

39

42) Patate novelle crude

38

43) Bieta cruda

38

44) Ceci secchi, cotti [bolliti in acqua distillata senza aggiunta di sale e scolati]

37

45) Tacchino, sovracoscio, senza pelle, cotto [in forno senza aggiunta di grassi e di sale e scolato dal grasso prodotto con la cottura]

35

46) Salame cacciatore

34

47) Pollo, fuso senza pelle, cotto [in forno senza aggiunta di grassi e di sale e scolato dal grasso prodotto con la cottura]

34

48) Salame nostrano

34

49) Bresaola

34

50) Pollo, sovracoscio con pelle, cotto [in forno senza aggiunta di grassi e di sale e scolato dal grasso prodotto con la cottura]

33

51) Salame Fabriano

33

52) Pollo, fuso con pelle, cotto [in forno senza aggiunta di grassi e di sale e scolato dal grasso prodotto con la cottura]

33

53) Patate, cotte [in forno a microonde senza aggiunta di acqua e di sale]

32

54) Tacchino, fesa cruda

32

55) Peperoni, rossi cotti [in forno a microonde senza aggiunta di acqua e di sale]

32

56) Seppia

32

57) Salame Napoli

32

58) Pollo, petto crudo

32

59) Pollo intero con pelle, cotto [in forno senza aggiunta di grassi e di sale e scolato dal grasso prodotto con la cottura]

31

60) Pollo intero senza pelle, cotto [in forno senza aggiunta di grassi e di sale e scolato dal grasso prodotto con la cottura]

31

61) Suro o sugarello

31

62) Pollo, ala con pelle, cotta [in forno senza aggiunta di grassi e di sale e scolato dal grasso prodotto con la cottura]

31

63) Salame Felino

31

64) Triglia

30

65) Caciotta mista

30

66) Cavolfiore, cotto [in forno a microonde senza aggiunta di acqua e di sale]

30

 

Come vedi, il magnesio è presente in tantissimi alimenti, in particolare crusca, frutta secca, ma anche verdure e pesce  e con una dieta variegata è difficile avere una carenza.

Infatti lo stesso istituto di ricerca per gli alimenti e la nutrizione scrive quanto segue

Data la diffusa presenza di questo minerale negli alimenti, non si conoscono casi di carenza di magnesio (5).

Quindi fatti due conti e ascoltati i pareri del centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, capiamo subito che alla fine gli integratori non servono a nulla se non pochi rari casi, ma te lo deve dire il medico.

Per concludere, hai notato qual è l’alimento che contiene più magnesio?

L’alimento principale è la crusca di frumento

E dove si trova la crusca del frumento?

Nel pane e nella pasta integrale!

Un solo piatto di pasta integrale scondito, apporta circa 143 mg, quasi il 60% della quantità che serve a Marco (6).

Se aggiungiamo l’acqua ricca di magnesio che magari costa anche meno di alcune acque povere di sali minerali ma fighe, Marco avrà quasi raggiunto la sua quantità di magnesio necessaria.

E Marco deve ancora mangiare un sacco di roba durante tutta la giornata! Quindi raggiungerà facilmente la quantità di magnesio giornaliera raccomandata.

Questo è un motivo in più per mangiare cereali integrali.

Sia chiaro, non sono uno contrario alle farine raffinate perché comunque fanno il loro sporco lavoro: fornire energia al nostro organismo ma i cerali integrali ti aiutano ad evitare carenze nutrizionali come ad esempio quella di magnesio.

Però i cereali raffinati non devono diventare un’abitudine ma è bene variare con i cereali integrali, basta ad esempio comprare il pane integrale anziché il pane raffinato, più buono, più nutriente e con un indice glicemico più basso.

3 IN CONCLUSIONE

Con una dieta variegata e sopratutto ricca di cereali integrali, difficilmente avrai carenze di magnesio.

Tuttavia se vuoi prendere degli integratori io chiederei parere al medico perché magari rischi di spendere soldi in una cosa di cui non hai bisogno.

 

 

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QUAL E’ LA MIGLIORE ACQUA DA BERE?

ottobre 31, 2016 by rino leo 31 Comments

QUAL E’ LA MIGLIORE ACQUA DA BERE?

Vorresti finalmente capire quali sono le acque migliori da bere? Oltre che per lo sciacquone, l’acqua del rubinetto è buona e sicura?

Prima di iniziare lascia che ti dica una cosa: non esiste una lista magica delle migliori o peggiori marche.

E’ vero, ti fornirò la lista con i valori di quasi tutte le acque italiane però non esiste l’acqua migliore da bere in assoluto.

La migliore acqua da bere sarà decisa da te sulla base delle informazioni che ti fornirò in questo articolo perché non esiste un’acqua migliore per tutti.

La lista è corposa e comprende ben 150 marche e la puoi scaricare Cliccando qui

Con questa lista e tutte le informazioni che ti fornirò, non ti troverai più a contemplare lo scaffale del supermercato per la scelta dell’acqua 🙂

 

Iniziamo da due semplici domande:

DOMANDA 1: SECONDO TE QUAL E’ LA MIGLIORE ACQUA IN BOTTIGLIA DA BERE?

DOMANDA 2: PERCHE’?

Se hai risposto a queste due domande annota le risposte da qualche parte, ti serviranno per confrontare quello che pensi adesso con quello che imparerai tra pochi minuti.

 

QUALI CARATTERISTICHE DEVI CONSIDERARE PER VALUTARE LA MIGLIORE ACQUA DA BERE?

qual è l'acqua migliore da bere? ragazza acqua

I parametri che andremo a vedere sono:

  1. RESIDUO FISSO;
  2. DUREZZA DELL’ACQUA;
  3. MICRORGANISMI E ALTRE SOSTANZE INQUINANTI COME NITRITI E NITRATI.

Se ti interessa ho preparato la lista con tutti i valori delle principali acque in commercio:

1) IL RESIDUO FISSO

Prima di entrare nel vivo di questo articolo ti ricordo la classificazione delle acque minerali:

  1. Acque minimamente mineralizzate: meno di 50 mg/litro
  2. Acque oligominerali: 50-500 mg/litro
  3. Acque minerali propriamente dette (acque medio minerali): 500-1500 mg/litro
  4. Acque fortemente mineralizzate: più di 1500 mg/litro

 

Sei al supermercato ed hai l’acqua GINA con residuo fisso a 10, e l’acqua PINA con residuo fisso 100.

Qual è l’acqua da preferire se sei in piena salute?

L’acqua GINA che ha il residuo fisso più basso?

Sbagliato!

In questo caso l’acqua migliore è l’acqua con il residuo fisso più alto!

Ma che cavolo dici Rino? Ormai tutti sanno che l’acqua migliore da bere e quella con il residuo fisso più basso!

 

Lo so!

La maggior parte delle persone crede che l’acqua migliore sia quella con il residuo più basso. Ma non è così!

Il residuo fisso esprime la quantità di minerali presente nell’acqua. Quindi residuo fisso più elevato significa maggiori quantità di minerali che fanno benissimo al nostro organismo! (1)

Ecco alcuni minerali contenuti nell’acqua che poi vanno a formare il residuo fisso:

  • Calcio (Quante volte ti hanno detto bevi il latte che fa bene alle ossa? Questo è lo stesso calcio che favorisce il rafforzamento delle ossa e l’attività muscolare)
  • Magnesio (aiuta le cellule muscolari cardiache a rilassarsi)
  • Sodio;
  • Potassio;
  • Ferro (molto importante per le donne in gravidanza)
  • Magnese;
  • Fluoruri (prevengono le carie)
  • Zolfo (benessere di unghie e capelli)

L’associazione nazionale dei biologi, nel libro “consumo consapevole” considera come quantità ottimale un residuo fisso tra 200 e 300 mg/L.

Proprio l’opposto di quello che dicono le pubblicità, ovvero il più basso possibile.

Ma il discorso dei calcoli renali dove lo mettiamo?

Viene data la colpa dei calcoli renali al calcio.

E qui ci viene in aiuto nientepopodimenoche il CREA, ovvero il Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione in Italia che ha redatto le linee guida per una sana alimentazione italiana.

A pagina 46, nel box “false credenze sull’acqua” al punto sei asserisce quanto segue:

Non è vero che il calcio presente nell’acqua favorisca la formazione dei calcoli renali. Le persone predisposte a formare calcoli renali devono bere abbondantemente e ripetutamente nel corso della giornata, senza temere che il calcio contenuto nell’acqua possa favorire la formazione dei calcoli stessi: anzi, è stato dimostrato che anche le acque minerali ricche di calcio possono costituire al riguardo un fattore protettivo.

Ma perché allora alcuni produttori di acqua minerale ci vogliono ci vogliono far credere che l’acqua con il residuo fisso basso è la migliore?

Semplicemente per soldi:

L’Italia è il paese al mondo con il più alto consumo di acqua in bottiglia.

Se io produttore ho un’acqua con basso residuo fisso cercherò di far credere che la mia acqua è la migliore perché in ballo ci sono milioni e milioni di euro.

Quindi quale acqua bere?

Salvo che non te lo dica il medico o il tuo nutrizionista l’ideale è bere acque oligominerali, in particolare le acque con un livello compreso tra 200 e 300 mg/L.

Le acque oligominerali hanno un livello compreso tra 50 e 500 mg di residuo fisso per litro, possono facilitare l’eliminazione dell’acido urico e possono favorire l’espulsione di piccoli calcoli.

Le acque minimamente mineralizzate invece (residuo fisso inferiore a 50 mg/L) alla lunga possono portare a squilibri idrosalini.

Ma bisogna avere cautela anche con le acque fortemente mineralizzate cioè quelle che superano i 1500 mg/L.

Le acque fortemente mineralizzate sono controindicate per chi ha problemi di calcoli e a chi soffre di ipertensione arteriosa.

Queste acque potrebbero essere utili a chi ha un elevata sudorazione e quindi chi fa molto sport ma  in questo caso è bene consultare un nutrizionista.

MESSAGGIO DA PORTARE A CASA: L’acqua migliore da bere è quella oligominerale (50-500 mg/L di residuo fisso). Ancor meglio quella compresa tra 200 e 300 mg/L

A meno che non te lo dica il tuo medico o nutrizionista, evita di bere acque con residuo fisso molto basso perché alla lunga potresti correre il rischio non riuscire a compensare le perdite di sali minerali

 

PER LE ACQUE POVERE DI SODIO INVECE?

Adesso Rino voglio proprio vedere cosa rispondi in quanto sai benissimo che il sodio ovvero il sale, fa male!

Quello che ti sto per dire mi sta particolarmente a cuore e scusa il gioco di parole ma io ho un problema congenito al cuore e per me è molto importante consumare poco sale:

Il sodio fa male però solo se mangiamo badilate di sale come siamo abituati a fare.

Il sodio è elemento essenziale per la crescita e la buona salute dell’organismo e regola l’equilibrio acido base (2). Praticamente senza sodio muoriamo!

Detto questo, non devi guardare il contenuto di sodio nell’acqua ma negli alimenti!

L’istituto Superiore di Sanità (ISS) ha sviluppato un progetto chiamato progetto cuore. (3)

In una brochure viene ribadito che nella nostra dieta abbiamo un elevato consumo di sale e quindi di sodio nella nostra alimentazione.

Sempre nella brochure però l’ISS ricorda che non serve guardare le acque povere di sodio.

Nella maggior parte delle acque minerali il consumo di sodio è inferiore a 0,05 grammi.

Siccome la quantità massima giornaliera è di 2 grammi di sodio, per superare il livello soglia dovresti bere oltre 40 litri al giorno. (4)

Quindi se non ha senso comprare l’acqua povera di sodio e dopo mangiare 100 grammi di prosciutto crudo che da solo supera la quantità giornaliera di sodio raccomandata!

MESSAGGIO DA PORTARE A CASA: a meno che non te lo dice il medico, l’acqua povera di sodio è solo una trovata pubblicitaria.

Per ridurre il sodio nella tua dieta devi guardare l’alimentazione non l’acqua.

qual è l'acqua migliore da bere

 .

2. DUREZZA DELL’ACQUA

Mi ricordo una volta, chiesi ad un’amica se le giuggiole sono più buone dure o morbide.

Mi guardò e con sguardo malizioso disse: “le cose dure sono sempre le migliori”.

Ecco! Anche per l’acqua è così. E’ meglio l’acqua dura!

Il motivo è semplice: l’acqua dura ti protegge dalle malattie cardiovascolari.

Anche qui ovviamente non sono io a parlare, bensì l’Organizzazione mondiale della Sanità.

L’OMS ha infatti pubblicato delle linee guida sulla relazione tra durezza dell’acqua e salute.

Nel report si evince che esiste una diretta correlazione tra durezza dell’acqua e morte causata da malattie cardiovascolari (5).

 

2A) QUAL E’ IL LIVELLO OTTIMALE DI ACQUA DURA?

In Italia la durezza dell’acqua viene espressa in gradi francesi (°F)

Sulla base di questo valore vengono classificate in:

  • Acque dolcissime: 0 – 7 °F

  • Acque dolci: 8 – 15 °F

  • Acque Dure: 16 – 25 °F

  • Acque molto dure 26 – 35 °F

  • Acque durissime > 35 °F

La normativa nazionale, nel D. L.gs 31/2001 all’allegato 1, parte C considera una quantità ottimale tra 15 e 50 °F

 

2B) CALCOLO ACQUA DURA

In Italia non c’è l’obbligo di riportare la durezza dell’acqua nell’etichetta delle bottiglie.

Quindi se non c’è ti tocca calcolarla…

Puoi usare un semplice calcolo consigliato dall’associazione biologi nutrizionisti nel libro consumo consapevole (si tratta di addizioni e moltiplicazioni).

Il risultato non è preciso ma ti da un indea della durezza dell’acqua.

Il calcolo è semplicemente questo:

(mg Calcio / 40 + mg Magnesio /25 ) * 10 = durezza acqua

 

Facciamo un esempio pratico con i dati riportati al 21/10/2016 della città dove abito: Rimini

Calcio: 80 mg

Magnesio: 17 mg

Dobbiamo fare semplicemente questo calcolo:

Il calcio (80 mg) lo dividiamo per un numero fisso 40

Il magnesio invece (17 mg) lo dividiamo per un numero fisso 24

Quindi 80/40 + 27/24 = 2,71

Moltiplichiamo il valore * 10 ovvero 2,71 x 10 = 27,1 °F

MESSAGGIO DA PORTARE A CASA: E’ consigliabile un consumo di acqua dura compreso tra 15 e 50 °F L’acqua dura infatti ti protegge dalle malattie cardiovascolari

 

3) MICRORGANISMI E SOSTANZE INQUINANTI COME I NITRITI E I NITRATI

Questo è uno dei motivi per cui non ci fidiamo dell’acqua del rubinetto: l’inquinamento dell’acqua.

Qui si gioca un’altra battaglia tra l’acqua in bottiglia e quella del rubinetto.

Iniziamo da una frase che mi piace tanto, presente sulle acque in bottiglia: “acqua batteriologicamente pura”.

Il fatto che in una bottiglia d’acqua vi sia la scritta “acqua batteriologicamente pura” non la lascia immune da rischi di contaminazioni di microrganismi patogeni.

Nelle bottiglie alcuni batteri possono riprodursi in tempi brevi soprattutto per le bottiglie di plastica esposte alla luce del sole o al calore.

Infatti la presenza di microrganismi patogeni nelle bottiglie di plastica si registra maggiormente in estate.

Per quanto riguarda l’acqua del rubinetto invece, per ridurre i rischi di contaminazione batterica viene addizionato il cloro.

Spesso molti non bevono l’acqua del rubinetto per il suo sapore che è determinato appunto dal cloro.

Per ovviare al problema del cloro ti basta semplicemente lasciare l’acqua esposta all’aria per pochi minuti.

Il cloro è un gas quindi si allontanerà dall’acqua dopo qualche minuto lasciando il suo caratteristico odore.

 

3A) I NITRATI

Lo IARC, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha inserito i nitrati tra i “probabili cancerogeni per gli esseri umani” (gruppo 2a).

Quindi verrebbe da dire che più i nitrati sono bassi e meglio è.

Non è proprio così.

In verità i nitrati sono normalmente presenti in molti alimenti, come le rape, spinaci, rucola ecc…

Anzi, ricerche dimostrano che i nitrati tengono a bada la pressione e migliorano le performance fisiche (6).

Rino mi sta venendo il mal di testa. Sti cavolo di nitrati fanno bene o male alla salute?

La risposta dipende dalle quantità di nitrati che assumiamo.

In Italia l’acqua potabile non può superare i 50 mg di nitrati per litro.

Ogni acqua è diversa e in ogni città i valori saranno differenti.

In Italia tra i valori più elevati abbiamo Milano che supera anche i 30 mg di nitrati per litro ma ben al di sotto della soglia di legge (7). Roma addirittura ha valori oltre dieci volte inferiori al limite di legge (8).

Quindi per la normativa vigente (che è basata sulle ricerche scientifiche) un’acqua sotto i 50 mg di nitrati è potabile.

Guardiamo nell’enciclopedia treccani e leggiamo il significato di potabile:

“che può essere bevuto senza danno alla salute” (9).

La stessa AIRC ha ricordato che ad oggi non ci sono dimostrazioni che i nitrati, come quelle nelle basse concentrazioni presenti nell’acqua, siano cancerogeni (10).

Un ulteriore conferma viene dal JECFA che ha stabilito una dose giornaliera accettabile di nitrati pari 3,7 milligrammi per unità di peso.

Quindi ad esempio io che peso 60 kg è meglio che non superi un’assunzione di nitrati di pari a 222 mg (ovvero 60 kg * 3,7 mg = 222)

Come vedi anche bevendo acqua del rubinetto a Milano i valori sono relativamente piccoli.

Anche in questo caso quindi come nel caso del sodio il problema sta nell’assunzione di nitrati dalle fonti alimentari, prime tra tutte le carni conservate.

 

3B) I NITRATI PER I LATTANTI E LE DONNE IN GRAVIDANZA

cosa mangiare in gravidanza, acqua

Discorso a parte per le donne in gravidanza ed i bambini da zero a tre anni.

L’elevato consumo di nitrati per i bambini fino al terzo anno di età può portare a metaemoglobinemia, una condizione patologica che riduce l’apporto di ossigeno all’organismo (11).

Infatti ti sarà capitato di trovare al supermercato bottiglie con la faccia di neonati. Quando è presente vuol dire che quell’acqua ha un contenuto di nitrati inferiore ai 10 mg per litro (12).

In poche parole se vuoi dare acuqa del rubinetto a tuo figlio che ha meno di tre anni, assicurati che l’acqua abbia una quantità di nitrati inferiore ai 10 mg (basta che cerca su google qualità acqua + nome della tua città)

In alternativa compra acqua in bottiglia, preferibilmente di vetro.

3C) I NITRITI

Rispetto ai nitrati ben più pericolosi sono i nitriti.

La normativa italiana infatti prevede un limite pari a 0,50 mg/L (prima era zero) (13)

Ma purtroppo non è finita qui.

Tra le sostanze indesiderate che possiamo trovare anche residui di metalli pesanti e altri inquinanti.

A tal proposito una ricerca di altroconsumo ci viene in aiuto. L’associazione dei consumatori ha redatto un’inchiesta che dimostra che l’acqua del rubinetto è buona e sicura (14).

Questo dimostra che in termini di sicurezza alimentare l’acqua del rubinetto non ha nulla da invidiare rispetto all’acqua in bottiglia.

E pensare che l’acqua in bottiglia può costare fino a 500 volte in più della potabile!

MESSAGGIO DA PORTARE A CASA: L’acqua del rubinetto è sicura. Per i bambini fino a tre anni e per le donne in gravidanza invece è meglio non superare i dieci mg per litro. Qualche città come ad esempio Milano supera questo valore. Tuttavia la maggiorparte degli abitati come ad esempio Roma sono nettamente al di sotto.

 

CONCLUSIONE

1) L’acqua del rubinetto è sicura e non da problemi al tuo organismo;

2) Ricorda che l’acqua migliore non è quella con il residuo fisso più basso. Anzi l’ideale sarebbe bere un’acqua tra 200 e 300 mg per litro.

3) L’acqua in bottiglia non è esente da rischi batteriologici e l’estate il rischio aumenta;

4) I bambini sotto i tre anni e le donne in gravidanza non devono bere con regolarità acqua con un contenuto di nitrati superiore a 10 mg per litro.

5) Ignora la pubblicità sull’acqua (la pubblicità sull’acqua ha creato solo grande confusione).

 

Poi come ho scritto all’inizio dell’articolo ho preparato un file in excel con la lista di quasi tutte le acque presenti in commercio con tutti i valori indicati sulla confezione.

I dati gli reperiti dal sito www.acqueminerali.it

Per scaricare la lista CLICCA QUI

 

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